Campane in breve


 

La campana è uno strumento nato in Oriente diversi millenni fa. Dapprima essa era di forma e materiale assai differente dalle nostre odierne, e solo nel V-VI secolo si è iniziato a diffondere la pratica di utilizzare le campane per la Liturgia Cristiana.Secondo quanto riportato dalle Sacre Scritture, Dio Stesso (Nm 10; Es 28,33;39,25-26) ordina di costruire degli strumenti per il culto che saranno l'annunzio e la prefigura delle future campane. Da allora la campana ha ricordato la voce di Dio che come tuono si fa udire dal cielo (1Sam 7,10), ha espresso gli stati d'animo di un intero popolo, è stata il primo mezzo di comunicazione di massa.  Dapprima in forme rudimentali, poi un po’ più evolute, con il perfezionarsi della scienze, il profilo (forma e spessore che determinano il timbro sonoro e la tonalità) e il metallo dei bronzi (rame 80% e stagno 20%) si sono raffinati fino ad ottenere un suono limpido, gradevole e travolgente.

Anche la creatività musicale del periodo barocco e rinascimentale hanno contribuito alla nascita di numerose Tecniche di suono. In Italia variano da regione a regione, come sono i dialetti parlati nei paesi: Verona e Vicenza, con il suo sistema veronese; il bergamasco, con i molti giovani entusiasti e dediti all'Arte campanaria; la Liguria con le sue melodie create tramite delle tastiere meccaniche; e soprattutto Modena e Bologna con il suono a "doppio", metodo più complesso e difficoltoso al mondo... sono solo alcuni dei centri campanarii italiani, dove le varie Associazioni (ne esistono una quarantina in tutta Italia) organizzano scuole di apprendimento suono, tornei divisi per categoria di bravura, gare con tanto di premiazioni, simposi e seminari di studio.Chi si avvicina ad osservare queste realtà, ne coglierà l'abilità e il gioco di squadra che lasciano un margine di sbaglio molto più stretto di qualsiasi altra prova agonistica come gli sport molto noti. Tutti questi sistemi usano le campane facendole roteare completamente fino a fermarle a 360°. Ogni giro corrisponde a un rintocco provocato dallo spostamento del battaglio: facendo così girare un numero diverso di campane, (ogni campana emette una nota musicale) si creano motivi, accordi e successioni che suonano vere e proprie melodie. Queste sono coordinate o da un "maestro" che chiama i numeri corrispondente a ciascuna campana o devono essere imparate a memoria dal singolo campanaro. Nel mondo esistono dei veri e propri repertori di suono di campane: dai Preludi per Carillon di Van Den Gheyn (1721-85). Il Carillon è un pianoforte fatto di campane che si trova in molte torri civiche e di Cattedrali della Francia, Belgio, Olanda e in molte università Americane. In alcuni casi per suonarlo occorre esserne titolare: il "carillonista" viene assunto dai vari enti dopo aver superato un concorso a cattedra a cui sono ammessi solo diplomati al conservatorio. Il "Change Riging" (Tecnica di suono in uso per tutta l'Inghilterra) è l’altro sistema più elaborato ed usato in Inghilterra.

Oltre all'esercizio e al suono tradizionale vi è un vero e proprio studio scientifico della campana in relazione a tutte le discipline che la possono riguardare: dall'antropologia all'archeologia, dai metodi fusori all'arte figurativa, dalla musica alla fisica quantistica. Questo studio si chiama "campanologia". I primi campanologi hanno iniziato a riunirsi in Francia e Germania nel secolo scorso. In Italia, i cultori della materia si sono riuniti nella "Associazione Nazionale di Campanologia" che con i suoi interessantissimi "Quaderni campanologici", i censimenti nei campanili e gli studi danno un forte contributo alla conoscenza dei significati e valori legati alle campane.

La campana è uno strumento nato in Oriente diversi millenni fa. Dapprima essa era di forma e materiale assai differente dalle nostre odierne, e solo nel V-VI secolo si è iniziato a diffondere la pratica di utilizzare le campane per la Liturgia Cristiana.Secondo quanto riportato dalle Sacre Scritture, Dio Stesso (Nm 10; Es 28,33;39,25-26) ordina di costruire degli strumenti per il culto che saranno l'annunzio e la prefigura delle future campane. Da allora la campana ha ricordato la voce di Dio che come tuono si fa udire dal cielo (1Sam 7,10), ha espresso gli stati d'animo di un intero popolo, è stata il primo mezzo di comunicazione di massa.  Dapprima in forme rudimentali, poi un po’ più evolute, con il perfezionarsi della scienze, il profilo (forma e spessore che determinano il timbro sonoro e la tonalità) e il metallo dei bronzi (rame 80% e stagno 20%) si sono raffinati fino ad ottenere un suono limpido, gradevole e travolgente.

Anche la creatività musicale del periodo barocco e rinascimentale hanno contribuito alla nascita di numerose Tecniche di suono. In Italia variano da regione a regione, come sono i dialetti parlati nei paesi: Verona e Vicenza, con il suo sistema veronese; il bergamasco, con i molti giovani entusiasti e dediti all'Arte campanaria; la Liguria con le sue melodie create tramite delle tastiere meccaniche; e soprattutto Modena e Bologna con il suono a "doppio", metodo più complesso e difficoltoso al mondo... sono solo alcuni dei centri campanarii italiani, dove le varie Associazioni (ne esistono una quarantina in tutta Italia) organizzano scuole di apprendimento suono, tornei divisi per categoria di bravura, gare con tanto di premiazioni, simposi e seminari di studio. Chi si avvicina ad osservare queste realtà, ne coglierà l'abilità e il gioco di squadra che lasciano un margine di sbaglio molto più stretto di qualsiasi altra prova agonistica come gli sport molto noti. Tutti questi sistemi usano le campane facendole roteare completamente fino a fermarle a 360°. Ogni giro corrisponde a un rintocco provocato dallo spostamento del battaglio: facendo così girare un numero diverso di campane, (ogni campana emette una nota musicale) si creano motivi, accordi e successioni che suonano vere e proprie melodie. Queste sono coordinate o da un "maestro" che chiama i numeri corrispondente a ciascuna campana o devono essere imparate a memoria dal singolo campanaro. Nel mondo esistono dei veri e propri repertori di suono di campane: dai Preludi per Carillon di Van Den Gheyn (1721-85). Il Carillon è un pianoforte fatto di campane che si trova in molte torri civiche e di Cattedrali della Francia, Belgio, Olanda e in molte università Americane. In alcuni casi per suonarlo occorre esserne titolare: il "carillonista" viene assunto dai vari enti dopo aver superato un concorso a cattedra a cui sono ammessi solo diplomati al conservatorio. Il "Change Riging" (Tecnica di suono in uso per tutta l'Inghilterra) è l’altro sistema più elaborato ed usato in Inghilterra.

Oltre all'esercizio e al suono tradizionale vi è un vero e proprio studio scientifico della campana in relazione a tutte le discipline che la possono riguardare: dall'antropologia all'archeologia, dai metodi fusori all'arte figurativa, dalla musica alla fisica quantistica. Questo studio si chiama "campanologia". I primi campanologi hanno iniziato a riunirsi in Francia e Germania nel secolo scorso. In Italia, i cultori della materia si sono riuniti nella "Associazione Nazionale di Campanologia" (vedi sito) che con i suoi interessantissimi "Quaderni campanologici", i censimenti nei campanili e gli studi danno un forte contributo alla conoscenza dei significati e valori legati alle campane.



L’arte campanaria è l’insieme delle profusioni qualitative con cui si fabbricano e si suonano le campane.

La campanologia è lo scienza che studia le campane in relazione a tutte le discipline.

Inizialmente quasi considerata branchia dell’organologia (ossia la scienza che studia gli strumenti musicali nella loro storia, tecnica di costruzione, caratteristiche tecniche ed esecutive), essa considera ed esplora tutto il sapere sulle campane a livello storico, antropologico, teologico, tecnico, artistico, musicale e fisico/quantistico: dall'origine e dalla antichità, passando in rassegna la documentazione che le attesta e la loro comparsa nei codici ecclesiastici fino alle prime collocazioni sui campanili; le collezioni ed esposizioni museali, e i reperti archeologici che rimandano all’antichità;

le dinastie dei fonditori, il contributo specifico da questi apportato, i loro archivi; l’evoluzione nelle caratteristiche di fabbricazione assunte durante i secoli:nei profili, nelle sagome, nelle forme, negli stili epigrafici e decorativi; i calcoli matematici relativi alla costruzione; le proprietà fisico quantistiche delle varie leghe metalliche impiegate; i rilievi tecnici riguardante le misurazioni; l’analisi musicale e l’identificazione dei parziali tonali musicali in relazione alla tipologia di profili e sagome scelte per la fabbricazione;

i rapporti ottimali riguardo alla diffusibilità del suono, all’oscillazione, ai battagli, alle ruote, ai contrappesi, alle incastellature…

i metodi di conservazione, di restauro, la rigenerazione, la manutenzione delle campane e dei loro impianti; le incidenze possibili degli apparati meccanici e dell’elettrificazione; i censimenti, le catalogazioni; fino ad arrivare ai significati e ai valori antropologici, sacrali e teologici delle campane, insiti negli usi locali, nelle tradizioni, nella letteratura, nella poesia, nella ritualità e nella spiritualità liturgica e biblica.

A tutto questo va aggiunta anche la dimensione sociologica e psicologica delle campane, che ha formato nel corso del tempo associazioni, squadre di suonatori, scuole di apprendimento, luoghi di esercitazione suono, come anche collezionismo, suono itinerante, per arrivare ai benefici delle vibrazioni sonore sul sistema nervoso umano.



Glossario campanario



Allegrezza: Tecnica di suono a campana fissa. Brani musicali in uso in Lombardia e in Liguria.


 Ambrosiano:  Tecnica di suono  a  campana bilanciata  in uso nelle regioni settentrionali Italiane. Contestualizzati ad esse  è possibile trovare termini e vocaboli peculiari.


Anima: parte di mattoni e argilla che nella costruzione delle campane corrisponde all’area interna e vuota del vaso bronzeo.


Armatura:  sinonimo di Sistema di suono o Tecnica di suono. Insieme di dotazioni che caratterizzano il sistema di suono di una campana (esempio: armatura alla veronese, armatura all’ambrosiana).


Aspa: asta che attaccata al ceppo funge da leva. Ad essa è collegata la corda, che tirata mette in movimento la campana. Nel sistema bolognese o friulano viene sostituta dal Cappio ovvero un cavalletto rovesciato a forma triangolare. Ormai l’aspa è un elemento di spinta della campana al quanto superato da tempo sostituita con la ruota.


Automazione: tutte le componenti che permettono alle campane di suonare con marchingegni elettrici e automatici.


Battaglio: martello in metallo di forma adeguata e forgiata sospeso internamente alla campana che urtando sulle sue pareti. Attaccato a un asola interna mediante una striscia di cuoio e cavetti in acciaio.


Battaglio cadente:  moto di tutte le campane a sistema bilanciato.


Battaglio volante: moto di tutte le campane a sistema sbilanciato.


Bocce: vengono fissati al di sopra del ceppo contrappesato nel sistema ambrosiano e veronese per appesantire il contrappeso.


Bolognese: Tecnica di suono  a  campana sbilanciata  in uso nelle provincie di Modena e Bologna. Ha un repertorio estremamente ampio che anche nella terminologia risulta molto vasto. Forse è il sistema di suono maggiormente difficoltoso e complesso.


Campana a distesa: campana in oscillazione. In dialetto settentrionale può dirsi anche “a dondolo”.


Campana a bicchiere: campana completamente rovesciata. Si può dire anche “in piedi”. Tale posizione viene raggiunta compiendo una rotazione di 180° a seguito di una seria inquantificata di crescenti oscillazioni. La campana viene fatta ruotare per eseguire uno o più rintocchi e poi ritornare in quella posizione.


Campana a slancio (o sbilanciata): E’ una tecnica di suono. I perni di rotazione sono perfettamente in asse con il baricentro.


Campana bilanciata: E’ una tecnica di suono. I perni di rotazione sono distante dall’ asse con il baricentro: il ceppo è curvato o armato in modo che i perni siano più o meno a metà del corpo bronzeo. In questo modo la parte superiore della campana farà essa stessa da contrappeso.


Campana fissa: ovvero modo di suono lasciando la campana ferma o inerte, percossa con il battaglio o con agenti esterni come martelli.


Cappio: dal ceppo partono due piccole travi oblique verso il basso attaccate e affianco alla campana. Esse vengono unite da un’altra piccola trave, che chiude il tutto come in un triangolo isoscele, alle cui sommità è attaccata la corda o per le campane grandi più corde. Essa viene manovrata anche dai “cepparoli” ovvero quei campanari che nel concerto Bolognese sono in piedi sulle travi superiori del castello aspettando che la campana assuma la posizione a bicchiere mantenendo il cappio e lasciandolo al momento opportuno. Anche i “calciatori” aiutano i suonatori bolognesi/modenesi imprimendo una spinta con i piedi al ceppo della campana in movimento, incrementandone l’oscillazione.


Castello:  modo errato di dire incastellatura.


Cella campanaria: vano di una torre, o campanile, dove sono alloggiate le campane o la loro incastellatura.


Ceppo: trave in legno, o acciaio, o ghisa, su cui viene issata la campana. Per questo il suo corretto nome è ceppo di sospensione. Grazie a delle bronzine, oggi cuscinetti a sfera, il ceppo ruotando permette alla campana di compiere il suo corso.


Concerto: termine estremamente ambivalente. Nei sistemi a campana bilanciata si intende l’uso delle campane a bicchiere piuttosto che semplicemenete in movimento. In fase di costruzione delle campane si intende un’insieme di almeno tre e più campane che creano un accordo. In altri casi può indicare una suonata solenne.


Consumo: cavità provocata dai punti di percussione.


Contrappeso: parte superiore del ceppo del sistema ambrosiano o veronese. Bilancia la roteazione della campana rallentandone la corsa.


Corona: parte superiore della campana in cui vi sono le asole per essere agganciata e sospesa. Può essere a giglio (piatta) o a corona (da un minimo di quattro fino a un massimo di diciotto maniglie).


Doppio:  brano o suonata con campane a Sistema Bolognese, Modenese o Lucchese.


Doppio uso: possibilità di suonare le campane sia in modo elettrico, quindi automatico, che manuale.


Falsa campana: componente in cera e creta che corrisponde a tutte le caratteristiche della futura campana in fase di costruzione.


Tirabasse : termine usato nei Sistemi di suono Bolognese e Modenese per indicare una sequenza veloce e ordinata di rintocchi veloci ottenuti con campane in movimento.


Incastellatura : è quell’impianto di legno o di acciaio che viene contruito all’interno della cella campanaria, o anche in altro spazio, per dare stabilità e solidità alle campane nonostante il loro movimento. Esso infatti è ideato per sopportare ed attutire le oscillazioni e le vibrazioni dei bronzi e perché tutte le componenti meccaniche siano ben fisse al loro posto.
Isolatore: piccolo blocchetto di legno, oggi di nylon o teflon, posto al di sopra della corona tra il ceppo; arresta le vibrazioni prodotte dalle percosse sulle campane non inducendole al ceppo.


Lucchese: Tecnica di suono simile nell’armatura al Bolognese, usato in alcune provincie toscane.


Maniglie: Singole parti che compongono la corona.


Mantello:  rivestimento in argilla e altre componenti apposto sulla Falsa Campana.


Mastro campanaro: può essere il costruttore di campane quanto un comprovato suonatore delle stesse.


Mezzolo: tacca di legno che copre le ferramenta e i bulloni che tiene unita la corona al ceppo, usata nel sistema Bolognese per evitare che la corda resti impigliata.


Mezzo slancio: termine errato per descrivere il moviemento di una campana contrappesata in modo molto leggero.


Mista/o:  Tecnica di suono composta dell’impiego di campane fisse insieme a campane in movimento.


Modenese:  Tecnica di suono  a  campana sbilanciata  in tutto simile al Bolognese.


Perni: due cilindri sporgenti ai lati del ceppo che trovano alloggio nei cuscinetti a sfera, o bronzine, dando vita all’oscillazione.


Profilo:  struttura d'insieme di una campana: le varie curvature, le allungature e quanto determina la sua forma il suo tipo di stile, la sua epoca e la sua fattezza.


Rinterzo: tipologia di suonata Mista in uso nell’Umbria e nelle Marche.


Rigenerazione: processo ottimale che colando bronzo fuso nuovo apporta miglioramenti nel suono e nella consistenza di campane antiche o usurate.


Rippiccu: Tecnica a campana ferma in uso in Sardegna, Sicilia e altre zone del meridione.


Ruota: viene bullonata al ceppo affianco della campana. La circonferenza della ruota è sempre sezionata a U come fosse un binario in cui scorre la corda, nel suono manuale, o la catena collegata al motore nell’elettrificazione. In alcune campane a slancio del vicentino o friulano si può trovare una mezza ruota, quasi fosse un’aspa curvata.


Sagoma: Possibilità di fabbricare con pesi, spessori della parete bronzea e diametri diversi, due o più campane di stessa nota melodica e pari ottava musicale. Può anche indicare la sezione usata dai fonditori di campane per dare vita a tutto lo stampo per la costruzione.


Suonata alla Romana (Romanella):  tipologia di suonata Mista in cui viene impiegata una campana (o massimo due) in movimento o a bicchiere, e le altre fisse che creano accordi o melodie. Termine usato nelle regioni settentrionali.


Veronese:  Tecnica di suono a campana bilanciata in uso in parte del Veneto.